30 giugno 2012

La Strada: " Zona Di Guerra"


Zona di Guerra.

Attentato in Afghanistan: morto un carabiniere e altri due militari feriti

 Un militare è effettivo nella seconda Brigata Mobile di Livorno




L'esplosione in un campo d'addestramento della polizia afghana ad Adraskan, nell'Afghanistan occidentale 
Livorno, 25 giugno 2012 - Un carabiniere è morto e altri due sono rimasti feriti per un'esplosione stamani alle 8.50 ora locale (le 6.20 italiane) in un campo d'addestramento della polizia afghana ad Adraskan, nell'Afghanistan occidentale.

 __________________________________________________________________________________
25 Giugno 2012

I quotidiani, aprono oggi con la tragica notizia di cui sopra.
Quando sento parlare della morte di soldati impegnati nelle “missioni di pace”  in aree del pianeta denominate  “Zone Di Guerra”,  rabbrividisco e mi rattristo come per ogni altra vita spezzata e mi domando quanto sia utile o giusto che dei nostri connazionali cadano in circostanze così lontane dalla mia comprensione. Capisco anche quanto sia doveroso che i mezzi di comunicazione di massa diano giusto risalto a tali tragedie e che le istituzioni tributino solenni funerali di stato in onore di queste persone.
Ma con tutto il cordoglio ed il dispiacere che provo per le famiglie di queste vittime, non riesco a non prendere atto che esistono anche altre e non meno importanti disgrazie che devono essere ricordate. Sono per esempio le Morti Bianche dei caduti sul lavoro, gli attentati di mafia oppure quelli rivolti ai rappresentanti delle istituzioni, insomma la lista sarebbe lunga, ma oggi mi preme parlare dei decessi causati dagli incidenti stradali, in cui spesso sono coinvolte  giovani vite,  anch’essi vittime di  una “Zona Di Guerra”: La Strada.

Perché non dare altrettanto risalto alle oltre settanta vittime che settimanalmente muoiono sulle nostre strade!
Per questi decessi, appena un trafiletto sulla cronaca locale?

Proprio di recente, ACI ed ISTAT  hanno pubblicato in merito al numero di incidenti stradali mortali una stima preliminare .
Potete leggere i dati qua sotto:
__________________________________________________________________________
Fonte ISTAT  20 Giugno 2012  http://www.istat.it/it/archivio/65205

Anno 2011
INCIDENTI STRADALI
Stima preliminare

 Nel 2011, sulla base di una stima preliminare, si sono verificati in Italia 205.000 incidenti stradali con lesioni a persone. Il numero delle vittime è pari a 3.800, mentre i feriti ammontano a 292.000.
 Rispetto al 2010, si riscontra un calo del numero degli incidenti con lesioni a persone (-3,0%) e dei feriti (-3,5%). La riduzione del numero dei morti è ancora più consistente (- 7,1%).
 L’indice di mortalità (ovvero il rapporto tra numero dei morti e numero degli incidenti con lesioni moltiplicato 100) è pari, nel 2011, a 1,85, in lieve diminuzione rispetto al valore registrato nel 2010 (1,93).
 L’indice di mortalità (valori per 100 incidenti) secondo la localizzazione dell’incidente, basato sulla stima preliminare per l’anno 2011, risulta pari a 3,2 per le autostrade (era 3,1 nel 2010), 1,0 per le strade urbane (1,1) e 4,8 per quelle extraurbane (5,0).
 Il calo del numero di morti, rispetto al 2001, è stato pari al 46,4% (era -42,4% nel 2010). L’obiettivo fissato dall’Unione Europea nel Libro Bianco del 2001, che prevede la riduzione della mortalità del 50% entro il 2010, non è ancora stato raggiunto dall’Italia.
 Nei paesi dell’Unione europea, i livelli provvisori dei tassi di mortalità, calcolati come rapporto tra il numero dei morti in incidente stradale e la popolazione residente (tassi per 1.000.000 di abitanti) variano da 32 del Regno Unito a 109 della Polonia. Il tasso di mortalità per l’Italia, calcolato sulla base della stima preliminare 2011, è pari a 63.
 Nel 2010 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato un nuovo Decennio di Iniziative per la Sicurezza Stradale 2011-2020 con lo scopo di ridurre ulteriormente il numero di decessi da incidenti stradali nel mondo.


 La Commissione Europea, in occasione dell’inaugurazione della nuova decade di iniziative per la sicurezza stradale, ha delineato le linee guida basate su sette principali obiettivi strategici: migliorare la sicurezza dei veicoli, realizzare infrastrutture stradali più sicure, incrementare le tecnologie intelligenti, rafforzare l'istruzione e la formazione per gli utenti della strada, migliorare i controlli, fissare un obiettivo per la riduzione dei feriti in incidente stradale, prestare maggiore attenzione alla sicurezza dei motociclisti.
________________________________________________________________

Ma quando si inizierà a prendere in considerazione l’ipotesi che anche la strada deve essere considerata una vera e propria “ Zona Di Guerra”, che la patente di guida, sia in realtà una licenza di uccidere  ed i veicoli delle armi letali?

Scusate il mio sfogo, ma da genitore  non posso assistere impotente a questa carneficina.

Anche se le cifre riportate evidenziano una incoraggiante lieve diminuzione rispetto al 2010, ambirei a che, quei dati fossero azzerati, come ovviamente  quelli relativi a qualsiasi tragedia. Capisco che sia una fantasia irrealizzabile, ma proprio per questo non dobbiamo mai abbassare lo stato di allerta, con l’aiuto delle istituzioni certamente, ma anche con un nostro significativo impegno di formazione e di promozione finalizzato alla presa di coscienza sia dei pericoli annessi alla circolazione che al rispetto del codice della strada ma, ancor più importante, al rispetto della vita .
Se ognuno di noi cerca di fare qualcosa per  i propri figli, nipoti o amici, sarà anche un piccolo contributo ma, come cita Atarazu Sawarazu.

“Anche un viaggio di mille leghe comincia con unpasso” .


Inoltre per chi fosse interessato vorrei segnalare “L’Associazione Italiana Familiari e Vittime
della Strada”. Maggiori informazioni le potete trovare qui.

 



Vi saluto, nella speranza che questa mia riflessione, possa incoraggiare almeno un qualche interesse su questo argomento.

Fabrizio P.

25 giugno 2012

Scusi, ma lei è un ladro?


Che più o meno è quello che mi sono sentito chiedere qualche giorno fa.
La curiosa vicenda ha luogo Domenica 17 Giugno 2012
Nonostante il caldo, ho proprio voglia di fare del movimento, così decido di montare in sella alla mia vissuta city bike rossa, per avventurarmi su una collina inesplorata, nei pressi di casa mia ( Ok, è strano, ma ancora non ho avuto occasione di andare a visitare il dintorni).
La canicola si è finalmente presentata in tutto il suo splendore. Per la felicità di bagnini, bagnanti e venditori ambulanti di “ Cooccooo, Cooccooo Frescoooo!”, gli stabilimenti balneari sono presi d’assalto e i gelati vanno a ruba. Per quanto mi riguarda invece, la domenica al mare la cedo volentieri, non mi attrae per niente la confusione mista a profumi di crema solare, grida di bimbi,  folate di sabbia e gavettoni sulla spiaggia rovente.
Dunque, dove eravamo rimasti? A sì, salgo sulla due ruote e munito di cappellino bianco con visiera, in tinta con la canotta sudata, stile muratore, mi metto in viaggio. L’asfalto infuocato e l’umidità, creano  inconsuete pozze iridescenti, sono miraggi più consoni ai torridi deserti africani.
Dopo un breve tratto di strada provinciale , svolto a sinistra infischiandomene delle precedenze e  imbocco un vicolo di campagna ombreggiato dalla chioma rigogliosa di un boschetto di  castagni.
 Il cartello dice “Via Masignano”. “Chissà dove porta, io questa via non l’ho mai percorsa”. Penso.
La sorpresa si mostra subito dopo le prime due curve.
Immersa nella pace della campagna, tra viti, ulivi e campi coltivati, appare la prima irta salita.  
“ Boia chi molla, ci posso riuscire”. Mi ergo sui pedali ed inizio a spingere, ancora e ancora…  “Non ce la faccio! Non ce la facciooo! “serro con forza le leve dei freni, metto i piedi al suolo e scendo ansimante dal sellino, poi mi guardo indietro “…ma non sono neanche a metà!” … affanculo e chi melo fa fare? Andiamo a piedi, che è meglio!” rimembro la frase ricorrente di puffo quattrocchi.
Salgo faticosamente, mentre la pianura della Val di Magra gradualmente mi appare in tutta la sua bellezza.
In questa valle ci sono nato nel 1964, ma ancora mi affascina come quando la vidi, ancora bambino, dalle sue colline.

 
Mentre scorrono le recinzioni di quelle che una volta erano umili case di contadini oggi trasformate in meravigliose ville, le voci festose dei bimbi al bagno in qualche piscina, mi riportano alla strada. Sono ad un bivio come innumerevoli altre volte nella vita. Andare a destra o a sinistra? Ho perso l’orientamento, guardo il sole, cerco di capire da dove sono partito e scelgo la sinistra. Sbagliato! Dopo circa un km mi accorgo di andare nella errata direzione. Nulla di irrimediabile, non fosse per la stanchezza che pungola le gambe. Torno sulle mie pedalate e stavolta proseguo per la giusta via, o almeno credo.
Qualche minuto dopo, mentre sto faticosamente scalando l’ennesima pendenza, sento il rumore di una vettura alle mie spalle. La carreggiata è stretta, quindi mi fermo da un lato accostando un poggio. Un cespuglio di pungente macchia mediterranea, preme dolorosamente la spalla destra. Nel frattempo il conducente della Volkswagen scura ,mi si affianca, abbassa il finestrino dal lato passeggero e chiede :” Mi scusi, sta cercando qualcuno?”
” No, ma grazie per l’interessamento” rispondo.
Poi ancora  :” Sa perchè l’ho vista girare qua attorno e siccome non passa mai nessuno e ci sono state tante rapine…”  ( forse ad insospettirlo sarà il mio abbigliamento a metà strada tra un camionista ed un muratore? Boh?)
“Guardi, io mi sto solo facendo un giro godendomi il panorama, ma capisco la sua preoccupazione”
“ A va bè?!”
“ Ma come va bè. Mi scusi ma si rende conto del paradosso nel chiedere a qualcuno se sta facendo un sopralluogo nell’intento futuro di compiere una rapina? Se anche così fosse, cosa le risponderei? “
A quel punto stento a trattenere una risata.
Il giovane automobilista ingrana la marcia e si allontana.
Riprendo il mio cammino, ripensando all’accaduto (Harpaxofobia: Paura di essere derubati). L’esasperazione provoca comportamenti bizzarri, perciò condivido l’ansietà degli abitanti di questa collina dimenticati  anche dall’illuminazione stradale.
La via diviene familiare, ora so dove sono, ed era proprio dove contavo di arrivare. L’ascesa è terminata, sono al bivio per Arcola, il resto è quindi discesa e aria fresca ad asciugare il sudore dal viso.  Abbandonata la fruttata fragranza di campagna, velocemente transito fra le mura del borgo medioevale, mentre i raggi delle ruote sibilano ed i freni stridono nel tentativo di moderare la velocità. Sto rientrando a casa e penso che lassù ci voglio tornare munito di fotocamera, per immortalare il paese da una prospettiva diversa. La prossima volta magari, vestito in modo più formale.
Un saluto
Fabrizio P.

Il Paese di Arcola (SP)








                    
   
    
Foto di Fabrizio P.



19 giugno 2012

A voce alta.



Che Confusione!
Vi siete accorti, che in alcuni luoghi di ritrovo (chiese escluse) gli astanti hanno la tendenza ad aumentare progressivamente il volume della voce sino a diventare impossibile conversare?

E’ una cosa che non capisco, per quanto mi riguarda, non ci tengo affatto a far sapere i fatti miei agli altri. Per taluni invece sembra una competizione, la supremazia del decibel come nelle gare di car sound e tuning. E’ maleducazione ,mania di protagonismo o cosa?
 Questa mia considerazione, prende spunto la sera di:

Domenica 10 Giugno 2012
Ospedale S.Andrea

Inutile che vi stia a raccontare perché, ma mi sto recando al pronto soccorso.
Non ho l’ombrello e intanto scroscia la pioggia e tumultua il temporale.

La percezione dell’umidità è tale, da ritenere che da un momento all’altro mi crescano le branchie come ai pesci.
Che nausea di tempo e che schifo di serata.
Mi accomodo nella sala d’attesa, fradicio e con le rane nelle scarpe.
Il locale caldo e umido mi provoca una curiosa sensazione di leggerezza. Poi mi vedo riflesso nel vetro del distributore automatico di bevande. Caspita, ma stò letteralmente evaporando!
La stanza, di circa venti metri quadrati, è gremita di persone.
Uomini, donne e bambini di etnie diverse; infanti che piangono e mamme che sgridano, altri al cellulare che ovviamente parlano ad alta voce per sovrastare il brusio generale e le discussioni di  anziani, probabilmente affetti da disturbi dell’udito, che naturalmente parlano di malattie e decessi.
I più fortunati, ascoltano la musica con le cuffie collegate al loro cellulare.
Tutto apparentemente normale.
Poi la massiccia porta che separa l’area di attesa dall’ingresso al reparto di soccorso, si apre ed appare un’infermiere in camice verde :” Il marito della Signora Rossi?” chiede, ma nessuno pare aver percepito il suo richiamo. “ IL MARITO DELLA SIGNORA ROSSI E’ IN SALA?” ripete, questa volta con più forza ed enfasi.
Ad uno ad uno, i presenti si mettono a tacere e nella stanza cala un improvviso silenzio, allorché l’infermiere finalmente ascoltato, si avvia con l’interessato chiudendo rumorosamente l’apertura dietro di sé. Forse sono troppo abituato a frequentare luoghi rumorosi, ma sino a qualche secondo prima non avevo prestato attenzione al livello di rumore presente nell’ambiente.
Ora che tutto si è tacitato mi sembra quasi inverosimile l’essere ancora presente nello stesso ambiente.
L’esperienza mi ispira una domanda:

Ma perché si alza la voce
Al ristorante;
Nei supermercati;
Dal dottore;
Sul treno;
Al pronto soccorso ecc…
e forse anche all’obitorio?

Attendo con pazienza un suggerimento,
ringraziando anticipatamente

Fabrizio P.

Ps: “ Per buona pace dei lettori, mi preme riferire che la vicenda si è conclusa senza gravi conseguenze e che siamo tornati a casa la sera stessa”

16 giugno 2012

Il Santo Graal è a Sarzana


Il santo Graal è a Sarzana (SP).

Se è vero che la leggenda indica nel santo graal il calice in cui fu raccolto il sangue versato da Cristo a redenzione del mondo, allora è plauisibile ritenere che tale reliquia "del sangue preziosissimo di nostro Signore Gesù Cristo" è conservata  nella cattedrale di  Sarzana .





CENNI STORICI SULLA RELIQUIA DEL SANGUE PREZIOSISSIMO DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO

È tradizione degna di fede che la reliquia del Sangue versato da Cristo a redenzione del mondo sia giunta alla città di Luni assieme al Volto Santo di Lucca nell'anno 782. Il Venerdì santo di quell'anno il Vescovo di Luni, Apollinare, e il Vescovo di Lucca, Giovanni, raccolsero sulla spiaggia di Luni un legno che aveva portato in salvo le due reliquie. Secondo tradizione Nicodemo di Arimatea, sul Calvario, aveva riempito un'ampolla col sangue di Cristo ed aveva poi scolpito una croce con l'immagine del Salvatore, per contenere l'ampolla. Approdate fortunosamente sulla spiaggia di Luni la Croce, definita Sacro Volto, fu portata a Lucca dove è conservata, mentre la Reliquia rimase a Luni. Da Luni fu poi trasferita a Sarzana nel 1204, anno della traslazione della sede episcopale… continua suhttp://www.cattedraledisarzana.it/main.php?m=14&s=0&l=0

Il viaggio dell’ampolla contenente il preziosissimo sangue sino a Sarzana è minuziosamente descritta all’indirizzo qui sotto:

Un mistero risolto?

11 giugno 2012

Esercizio per la mattina (n°7)


Esercizio della mattina

1) In piedi con il corpo eretto come in attitudine militare. Spalle indietro, petto in fuori e braccia ai fianchi.
2) alzarsi sulle punte dei piedi, inalando lentamente, con fermezza.
3) ritenere l’aria pochi secondi, nella stessa posizione.
4) esalare lentamente dal naso e tornare adagio nella prima posizione.
5) Eseguire la respirazione purificatrice ( Esercizio n.4)
6) ripetere l’esercizio su di una gamba sola, alternando la destra e la sinistra.

Importante,
come per tutti gli esercizi di respirazione, anche questo è da affrontare gradualmente sino a che non si riesca a padroneggiarlo con naturalezza.


Esercizio n° 6 - Respirazione purificatrice

Esercizio n° 6

Respirazione purificatrice

Da mettere in pratica quando si sente la necessità di ventilare i polmoni e mantenere un buon stato di benessere generale.
1) Inalare una respirazione completa
2) Ritenere l’aria per alcuni secondi
3) Porre le labbra come si volesse fischiare ( senza però gonfiare le gote) ed esalare con vigore attraverso all’apertura di esse, un poco d’aria. Trattenete l’aria ancora immagazzinata ancora un momento e subito dopo esalarla in piccole porzioni, sino a che venga del tutto esaurita. Si ricordi di impiegare molta energia durante le esalazioni.
Potrete notare che questa respirazione è di grande giovamento quando ci si sente stanchi e demotivati.
Importante, come per tutti gli esercizi di respirazione, anche questo è da affrontare gradualmente sino a che non si riesca a padroneggiarlo con naturalezza.

Dedicata a



Gaia,
Sono come te
Riflesso nell’azzurro quieto di uno stagno,
mi guardo e ti riconosco.
Poi dissolvo ghermito da infiniti anelli
che si incatenano.
Sono gocce di universo che cadono
riempiendo un vuoto
che può solo essere colmato.
Sono come te.
Indissolubile medaglia dalle identiche facce
né l’uno né l’altra
il tuo destino, la mia esistenza.
Sono come te.

Fabrizio P.