05 marzo 2012

Le avversità temprano l'animo

La vita è una cosa semplice.
L’uomo quella sera, rincasò più tardi e più stanco del solito. La tavola ancora apparecchiata e sui fornelli gli avanzi del pranzo da riscaldare. La cena fu breve e frugale, l’apatia gli aveva tolto appetito. Le membra gli dolevano mentre mestamente si incamminava verso la camera da letto.
E lì, disteso supino su un giaciglio di paglia, ripensava alla giornata trascorsa e mentre i ricordi si facevano confusi e i suoni affievoliti, il sonno ebbe la meglio…
Era l’alba di nuovo giorno e mentre il sole arrossito, teneramente accarezzava le brulle colline ergendosi in tutto il suo splendore, le ombre assopite e distese lungamente, si destavano arrendevoli, rivelando un variopinto universo di cose e colori. Intanto gli abitanti del silenzioso mondo della notte si ritraevano, passando il testimone ai chiassosi animali diurni. E furono proprio questi ultimi con la loro ouverture, ad avvisare l’uomo che era giunto il momento di alzarsi. Così, rinvigorito dal sonno del giusto, si protese al davanzale della propria finestra. Con lo sguardo vagava tra le distese coltivate oppure, soffermandosi affascinato alla vista dei grappoli d’uva che, cosparsi di rugiada, rilucevano come gemme preziose, già assaporandone la fragranza del nettare che né avrebbe ricavato. Mentre più in là le stalle che ospitavano gli animali, richiamavano la sua attenzione, ricordandogli quali erano i suoi compiti di contropartita. E fu in quell’istante che, pervaso ed inebriato da profumi di erbe aromatiche e campi concimati, penso che anche quella sarebbe stata un’altra magnifica …“giornata di merda!”…
Fabrizio P.

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