C’è chi dice che la vita
scorre come un fiume. A volte appare come anse tranquille, altre come impetuose cascate.
La mia è entrambe le cose, in superficie è piatta come le acque
di un lago in assenza di vento, in profondità è un tumultuoso mare in tempesta.
01 Novembre 2012
Al lavoro
Percorro il corridoio che
porta all’ingresso, strascicando rumorosamente la punta di metallo dell’ombrello
sul freddo lastricato di marmo bianco.
Il maltempo ulula tra gli infissi e lo
scrosciare della pioggia, sovrasta tutto. Qua e là pozze d’acqua piovana, penetrate da rugginose
fessure formatesi sul telaio del soffitto in vetro. Le innaturali luci al neon
confuse con il grigiore di questo giorno uggioso rende l’atmosfera lugubre a
ricordare l’Halloween appena trascorso. Saluto distrattamente alcuni colleghi
che ricambiano con la stessa enfasi mentre schivo fortunosamente un carrello
che freneticamente sbuca da una corsia. Sono arrivato! Prendo posizione…
Ore 10:00 am.
Osservo con attenzione la
nutrita clientela.
Dai loro volti traspare noia e svogliatezza o qualche sorriso
di circostanza, come al solito i bimbi fanno capricci ma soprattutto avverto tanto
nervosismo.
La tensione è percettibile come la musica proveniente dall’impianto
di diffusione.
“Non mi aspettavo così tanta
gente! Ma cosa avranno tutti da correre! È un giorno di festa, la scusa
del sono in ritardo, dei fornelli accesi
o del bambino all’asilo, non regge, MA RILASSATEVI”
Sarà che sto invecchiando, ma
non capisco più la gente…un attimo, sta giungendo il primo cliente...
Fabrizio P.
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