20 ottobre 2012

Al Lavoro...



Sabato 20/10/2012
Ore 08:40
Sono in ritardo sulla tabella di marcia. Che ansia!
Oggi turno di lavoro lungo: dalle nove alle venti con un’ora di pausa pranzo.
“Respira , fai dei profondi respiri”  
Mi affretto giù per le scale, mentre frugo nel marsupio alla ricerca degli auricolari per il cellulare. “ Già sono in ritardo, figuriamoci se ho voglia di farmi bloccare da una pattuglia con il telefono in mano.”
Mentre apro la porta della sfiancata fiat multipla, sfilo le cuffie dalla tasca. 
“Ma porca vacca, perché quando mi servono, gli auricolari sono sempre aggrovigliati?”

“Scusate, qualcuno è in grado di spiegarmi come avviene? Anche perché quando li avevo riposti sono stato ben attento  a non intrigarli.”

Ok, niente cuffie.
Spengo il telefono per non incorrere in pericolose distrazioni :“Chiunque mi cerchi, può benissimo aspettare quindici minuti.”
Sono arrivato:
“ Buongiorno a tutti!”
“Oh! Fabri, buongiorno, oggi tocca a te?”
“ Ebbene si! Ho vinto io. Vado a prendere posto. A dopo!”
“Ciao”- “Ciao”
Anche oggi mi è andata bene e sono giunto in orario.
Prendo posizione mentre la serranda si alza… entrano i clienti.
Ore 9:12
Squilla il telefono:
“ Post acquisti, buongiorno sono Fabrizio come posso aiutarla?”
“ Si,  buongiorno… allora, ieri ho ritirato un’impastatrice che è la seconda volta che mando a riparare. Deve sapere che l’ho comprata perché ho una certa età e non riesco più ad impastare a mano, quindi mi serve. Inoltre sappia che ho lavorato trent’anni anni in un posto insalubre dove mi sono presa il cancro e ora sto facendo la chemioterapia. Sono stanca e non né ho più voglia di farmi prendere in giro. Sa, qualche anno fa ho acquistato un aspirapolvere che non ha mai avuto voglia di funzionare e dopo tre riparazioni, per la disperazione l’ho buttato via quindi mi sono sentita prendere in giro, capisce? Io vivo solo con una misera pensione e devo centellinare le spese. Adesso non né voglio proprio più sapere di riparazioni RIVOGLIO I MIEI SOLDI e se non è in grado di darmeli lei, allora MI FACCIA PARLARE CON IL DIRETTORE,  voglio dirgli che di questi aggeggi maledetti, non né deve più comprare né vendere…”
Un fiume in piena
 “Lei è in grado di farmi parlare con il direttore?”
“ Io posso solo sottoporre la questione al mio caporeparto, sarà lui a mediare. Ma non credo sia necessario scomodare il direttore, probabilmente troveremo una soluzione più semplice. Mi scusi però nella premessa non ha detto quale problema ha adesso l’impastatrice.”
“ Il problema è che 'sta macchina ve la avevo già portata per un altro difetto, l'ultima invece perché la paletta si era rotta, ieri me la avete ridata con la paletta nuova, ma non è stato tolto il moncone di quella rotta dal perno e io sono vecchia, stanca e  non ho più la forza per togliere il pezzo rotto. Comunque non ho intenzione di riportarvi l’impastatrice, che pesa e da sola non ci riesco. Di questa macchina non né voglio più sapere e non voglio scomodare nuovamente qualcuno per aiutarmi. Sono  stufa di farmi deridere e voglio indietro i mie soldi… Mi scusi se me la prendo con lei; lo so che lei è solo un operaio e non centra niente, però con qualcuno mi devo sfogare…”
“ Nessun problema,  però glielo dico con affetto, non credo sia il caso di irritarsi così tanto solo per un oggetto di metallo … “
“ Si ma io quando l’ho comprata, vi ho pagato con dei soldi buoni, io i miei soldi me li sono sudati...”
“Vero, ma mi corregga se sbaglio, lei pretende che le sia rimborsato l’importo speso senza rendere il prodotto? Credo sia d’accordo con me se le dico che ciò non è fattibile e che qualsivoglia soluzione, preveda la restituzione dell’impastatrice.”
“ Non sono affatto d’accordo, io rivoglio solo i miei soldi e quest’affare poi lo butto via! Fuori dalla finestra, voglio proprio vedere!”
“ Signora, capisco che l’agitazione del momento rende difficile comunicare, quindi facciamo così, io ho annotato le sue richieste e lunedì, dato che sia oggi che domani il  caporeparto non è presente, lunedì le dicevo, sottoporrò la questione al mio superiore poi le faccio sapere…”
“ Va bene, mi scusi di nuovo se mi sono sfogata con lei che non centra niente. Allora mi chiama lei lunedì?”
“ Si signora, ci sentiamo lunedì, buona domenica”
“ Grazie, anche a lei.”
Alè, iniziamo bene, oltre alle cuffie, mi si è ingarbugliato anche lo stomaco.
Sappiate che conversazioni di questo tipo sono all’ordine del giorno, e purtroppo alcune sono molto più fastidiose. Mi riferisco al dilagare della maleducazione che si traduce in chiaccherate oltremodo volgari . Mi rattrista inoltre notare che la fascia di età più coinvolta e agguerrita è quella compresa tra i 45e 55 anni . Non voglio fare di tutta l’erba un fascio, è vero che la stragrande maggioranza delle persone che incontro sono gentili ed educate, ma guarda caso, ci si ricorda più facilmente degli zotici.  
Scusate ma mi devo fermare, sta arrivando un nuovo cliente…
 

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